Come si fa a diventare boy scout

Come si fa a diventare boy scout

Diventare boy scout è un’esperienza sicuramente utile e piacevole per persone di ogni età. I valori fondanti dello scoutismo sono la vita di gruppo e la comunione con la natura ma, quando si diventa scout si impara ad apprezzare anche l’importanza del gioco che è, poi, il grande gioco della vita, come anche la durezza della strada e l’impegno che richiede il servizio verso gli altri. In età adulta si continua a vivere lo scoutismo nella dimensione del volontariato praticato nelle Comunità Capi o nei movimenti degli Anziani Scout. In Italia esistono tre associazioni scoutistiche: l’AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani), l’FSE (Federazione Scout d’Europa) e il CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani). Per vivere al meglio questa esperienza, la redazione di Uncome.it vi spiega in questo articolo, come si fa a diventare boy scout.

 

Passi da seguire:
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È possibile diventare boy scout Per i più piccoli (8-11 anni) l’esperienza dei Lupetti e delle Coccinelle permette di accedere alla dimensione del gioco; per gli adolescenti (11-16 anni) la branca Esploratori e Guide fa entrare a pieno nello spirito dell’avventura e nel rapporto con la natura; ai giovani (17-21 anni) lo scoutismo consente di conoscere la fatica della strada e l’intensità del servizio praticato con gli scout più piccoli all’interno della comunità o nei confronti di bisognosi, anziani e disabili all’esterno del gruppo. Gli adulti (dai 21 anni in poi) possono praticare lo scoutismo mettendosi al servizio dei giovani e intraprendendo l’iter di formazione che consente di diventare Capi. Gli anziani (in questo caso non c’è un’età precisa, orientativamente si tratta delle persone dai 55-60 anni in poi), infine, possono continuare a vivere la dimensione comunitaria e intense esperienze di volontariato e di preghiera nel MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani).

 

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Il modo più semplice per diventare scout è rivolgersi alla propria parrocchia o comunque alla parrocchia più vicina a casa propria e chiedere informazioni al parroco o a uno dei preti che animano le attività dei giovani. I gruppi scout si appoggiano, infatti, per le proprie attività a una parrocchia e in molti casi, specie nelle grandi città, lo stesso sacerdote a cui ci si rivolge sarà in grado di indicare il nominativo e i recapiti telefonici di un capo scout del gruppo presente in quella stessa parrocchia. Se la chiesa non dovesse avere un gruppo scout è comunque molto probabile che il parroco sappia indicarvi quali sono le chiese della vostra città che ospitano i gruppi scout. Nel caso di piccoli centri, dove gli scout potrebbero non essere presenti è, invece, consigliabile seguire i link indicati sopra e consultare i siti istituzionali delle tre associazioni scout presenti in Italia per sapere qual è il paese più vicino in cui è attivo un gruppo scout.

 

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Per diventare scout si paga una quota associativa annuale che si aggira intorno ai 40-50 euro. Per quanto riguarda i costi delle attività, sono sempre molto contenuti perché gli scout utilizzano frequentemente l’autofinanziamento per trovare i soldi necessari per imprese, uscite e campi. La spesa maggiore è sicuramente costituita dal Campo Estivo (dai 150 ai 300 euro, in base ai giorni e al luogo in cui si va) e al materiale necessario. Si tratta, in particolare di uniforme, zaino, scarponi, poncho, borraccia, gavetta, posate da campo, coltellino multiuso, torcia e alcuni altri oggetti quasi indispensabili per la vita in un gruppo scout e all’aria aperta. Non occorre disperare però: in genere il materiale scout è di alta qualità e, se acquistato in negozi specializzati, ha una durata molto lunga.

 

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Lo scoutismo è un gioco e come tale va giocato, insegna molto e possono giocarlo tutti ma la voglia di giocare è essenziale. Ciò significa che occorre capacità di stare con gli altri, amore per la natura, capacità di adattamento, all’occorrenza anche spirito di sacrificio. Sulla pista, sul sentiero e, poi, sulla strada si impara tutto questo e molto altro, l’importante è partire con le maniche rimboccate e fare sempre del proprio meglio.

 

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Delle tre associazioni indicate sopra l’AGESCI e l’FSE propongono un modello educativo di carattere prettamente cattolico che prevede anche momenti di catechesi ed esperienze di fede che in età adulta, per i Capi, implicano anche una specifica scelta di fede. Le persone non credenti o di altre religioni o confessioni, possono comunque scegliere di frequentare un gruppo del CNGEI: si tratta di scout laici che accolgono persone di orientamento religioso differente dal cattolicesimo e prevedono solo momenti di riflessione interreligiosa.

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