Cos'è un mandala

Cos'è un mandala

Il mandala è una raffigurazione simbolica dell'universo legata al buddismo (nell'induismo esiste invece lo yantra). La parola, di origine sanscrita, si traduce con "cerchio sacro, centro" o "contenitore dell'essenza". In genere consiste in un riquadro o un cerchio contenente altre forme geometriche e non. Disegnare mandala - secondo la tradizione - aiuta la concentrazione e il rilassamento e la pratica si sperimenta spesso su bambini, anziani e malati. UnCome.it oggi vi fa vedere proprio cos'è un mandala.

Il significato

Secondo i buddisti, questa raffigurazione rappresenta il processo mediante il quale il cosmo si è formato dal suo centro. E - simbolicamente - consente un viaggio iniziatico verso la crescita interiore. Disegnarlo serve solo a creare l'immagine mentale di esso, dopo di che la forma fisica può essere distrutta, simboleggiando la caducità delle cose e allo stesso tempo la rinascita. Il più affascinante è il mandala di sabbia, frutto di un faticoso lavoro, seguito dalla recitazione di un mantra. La distruzione di quest'opera è ancor più emblematica del concetto del non rimanere attaccati a ciò che si realizza, dell'andare sempre oltre verso l'illuminazione.

I benefici

Lo scopo del mandala è quello di migliorare il benessere dell'umanità, facilitando il rilassamento e la concentrazione. Disegnare queste forme permette infatti di isolarsi dalle preoccupazioni quotidiane, di rilassarsi e di fare un carico di energia, grazie al potere dei colori e della creatività. Ne beneficiano anche pressione sanguigna, muscoli e respirazione. La tecnica del mandala viene insegnata ai bambini sin dai 3 anni, ma anche agli anziani o a chi è affetto da malattie come l'Alzheimer, per trasmettere una maggiore consapevolezza di sè.

Le varianti

Ci sono mandala di ogni forma e colore: si può disegnare un mandala d'autunno, un mandala di primavera, uno a tema sacro e così via. Uno dei soggetti più ricorrenti nei mandala è il fiore di loto. Si tratta infatti di un fiore che cresce in acque fangose e si eleva sopra di esse con il suo bianco candore: allo stesso modo la mente del meditante deve sapersi elevare al di sopra del “fango” della realtà materiale e arrivare all’illuminazione. Il bianco del fiore è assimilato appunto alla purezza della mente di chi medita. Che aspettate a provare?

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