Come aprire una casa di riposo

Come aprire una casa di riposo
Immagine: casadiripososerena.com

In un’epoca in cui in Italia la natalità è in costante diminuzione e la crisi economica favorisce la perdita di posti di lavoro così come la mancanza di offerta di occupazione in ogni settore, pensare alla cura delle persone anziane, oltre che un motivo di civiltà, può anche diventare una possibilità di mantenersi: su www.uncome.it vi suggeriamo come aprire una casa di riposo, partendo dai requisiti minimi da garantire.

Passi da seguire:
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Sono innumerevoli le offerte in merito all'assistenza agli anziani, che si può dividere tra assistenza a domicilio o assistenza in strutture residenziali e semi-residenziali. Le residenze si possono suddividere ulteriormente in Case di Riposo e RSA : quest'ultime sono centri di ricovero ed assistenza rivolti soprattutto ad anziani non autosufficienti, le prime invece sono pensati come centri per anziani che stanno relativamente bene, ma che non possono più restare nella loro abitazione da soli per svariate ragioni.

Attualmente le RSA sono in grado di ospitare anche pazienti sani, che devono svolgere un po' di attività fisica e non hanno bisogno di un controllo medico continuo, mentre le case di riposo sono sempre più attrezzate per offrire un’assistenza medica continua e puntuale. Inoltre è importante ricordare anche l’assistenza semi-residenziale, che consiste in un ricovero a tempo parziale, normalmente diurno. I centri diurni, ospitati dentro strutture residenziali, permettono agli ospiti di non perdere il contatto con le proprie abitazioni ed ai familiari di stare tranquilli, anche durante le ore di lavoro. Attualmente di particolare interesse risulta l’assistenza domiciliare integrata, con servizi di supporto socio-sanitario a domicilio che riducono la necessità di ospedalizzazione.

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Creata un’impresa di assistenza, vengono fissate delle tariffe proprie o, in regime di convenzione, delle tariffe concordate con gli enti pubblici, successivamente si registra l’impresa, viene messa a norma una struttura, si trovano un medico responsabile e degli infermieri professionisti, vengono stabilite delle convenzioni apposite, si è dunque pronti ad iniziare l’attività e ad iscrivere la struttura al Registro Imprese.

Il DM 308/2001 definisce i requisiti minimi organizzativi e strutturali per autorizzare case di riposo o strutture a ciclo residenziale e semi-residenziale:

  • la struttura deve essere situata in un luogo facilmente raggiungibile con l’uso di mezzi pubblici o in un luogo che permetta la partecipazione alla vita sociale del territorio;
  • deve esserci assenza di barriere architettoniche in relazione alle caratteristiche delle strutture e dell’utenza accolta;
  • devono esistere spazi comuni destinati ad eventuali attività collettive, che permettano di garantire autonomia individuale e privacy;
  • le figure professionali all’interno della residenza devono essere qualificate in funzione delle necessità degli ospiti e della tipologia del servizio erogato;
  • la struttura deve avere un Coordinatore Responsabile con qualifica certificata;
  • deve essere istituito un registro degli ospiti;
  • le attività devono essere proposte nel rispetto dei tempi e degli stili di vita degli anziani ospiti;
  • deve essere fornita agli ospiti ed ai loro parenti una carta dei servizi erogati, in cui saranno indicati i criteri di accesso, le tariffe praticate con le prestazioni comprese ed ogni altra informazione sulla vita nella struttura;

Deve essere garantita l’erogazione di queste prestazioni:

  • somministrazione dei pasti,
  • assistenza tutelare diurna e notturna da parte di personale socio-assistenziale,
  • attività ricreative,
  • eventuali prestazioni sanitarie programmate in relazione a specifiche esigenze degli ospiti assimilabili alle forme di assistenza rese a domicilio.
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  • Ulteriori parametri per le residenze per anziani: la capacità ricettiva deve essere di massimo 80 posti letto, ognuno dei quali deve avere un campanello per le emergenze;
  • le camere da letto devono avere servizi igienici collegati, almeno due di essi devono essere collegati agli spazi comuni ed uno deve essere attrezzato per ospiti non autosufficienti;
  • gli ospiti devono avere a propria disposizione una linea telefonica e devono essere previsti locali per il servizio di lavanderia, deposito biancheria sporca, guardaroba e ristorazione (cucina);
  • infine, in strutture di almeno due piani deve essere presente un ascensore.

Le case di riposo e le RSA devono essere oltretutto in possesso dei requisiti previsti dalle norme del DPR del 1997; questi requisiti per essere soddisfatti necessitano di numerose certificazioni riguardanti la sicurezza, che comprendono:

  • certificazione antisismica,
  • certificazione antincendio,
  • certificazione per la protezione acustica,
  • certificazione per la sicurezza e continuità elettrica,
  • certificazione riguardo la sicurezza antinfortunistica,
  • igiene nei luoghi di lavoro,
  • certificazione riguardo alla protezione dalle radiazioni ionizzanti e non ionizzanti,
  • eliminazione di eventuali barriere architettoniche,
  • regolare smaltimento dei rifiuti,
  • certificazione degli impianti di distribuzione dei gas,
  • messa in sicurezza di materiali esplodenti, certificazione delle condizioni micro-climatiche, depurazione delle acque.
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Altri parametri relativi a superfici, spazi comuni o ulteriori requisiti vengono stabiliti direttamente dalle singole Regioni:

Partendo dalle disposizioni nazionali, ogni regione si è recentemente dotata di un assetto normativo in materia di autorizzazioni per la realizzazione di strutture legate all'esercizio di attività sanitarie oltre che per l’accreditamento istituzionale (provvedimento che riconosce a strutture pubbliche e private lo status di potenziale erogatore di prestazioni sanitarie per conto del Servizio Sanitario Nazionale;

Nelle regioni l’accreditamento è divenuto un titolo necessario per la stipula di accordi contrattuali tra strutture socio-sanitarie e sistema pubblico)

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Per quel che riguarda la disciplina normativa, le disposizioni possono riguardare lo stato dell’accreditamento così come la riformulazione degli importi delle rette. La normativa regionale deve prevedere, infine, la nomina di una commissione incaricata della verifica dei requisiti di idoneità e della qualità dei servizi di assistenza erogati da tutte le strutture.

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