Come aprire un’attività di smaltimento rifiuti

Come aprire un’attività di smaltimento rifiuti
Immagine: Campaniasuweb.it

Nella Comunità Europea diversi Stati membri producono circa due miliardi e mezzo di tonnellate di materiale di scarto da smaltire in quanto rifiuti, che talvolta possono essere tossici. Aprire un'attività di smaltimento rifiuti in Italia è estremamente difficile, non solo per la quantità spropositata di permessi di cui si ha bisogno, ma anche per l'ingente quantità di denaro da investire. Su Uncome vi daremo alcuni suggerimenti su come aprire un'attività di smaltimento rifiuti.

Passi da seguire:
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Bisogna anzitutto trovare un luogo lontano dalle aree abitate, molto spazioso, con grandi finestre per l'aerazione, in cui stabilire l'attività di raccolta e smistamento. Successivamente si dovrà registrare la società in forma di Spa, Sas, o in qualsiasi altro modo, per avere una fatturazione ed una partita Iva. Ci si deve poi iscrivere all'Albo dei Gestori Ambientali (ex all'Albo nazionale gestori rifiuti), su base regionale e provinciale, ed al SISTRI, il sistema per il tracciamento dei rifiuti.

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Ottenute le autorizzazioni obbligatorie, si deve allestire il capannone con pavimentazioni industriali resistenti e creare un condotto di aerazione che rispetti le norme di sicurezza per la tutela dei lavoratori e dell'ambiente.

Se sede legale e sede operativa di smistamento coincidono, si deve destinare un'area agli uffici, in cui tenere i registri della contabilità, dei documenti aziendali e dei dipendenti ed operai; il numero dei servizi offerti deve essere commisurato al numero dei dipendenti che accedono agli uffici tutti i giorni.

Si devono quindi acquistare i mezzi di trasporto necessari, cosa per cui è necessaria un'ingente quantità di capitali a disposizione: camion, muletti, carrelli elevatori.

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Si deve decidere quindi il core business dell'impresa, ossia nello specifico stabilire quali saranno i rifiuti che verranno smaltiti dalla propria azienda: carta, cartone, plastica, alluminio, vetro.

Oppure si potrebbe tentare la strada dei rifiuti "tossici", ma saranno necessarie ulteriori autorizzazioni, ed inoltre si rischia di doversi scontrare con un "sistema illegale" che purtroppo è molto ben radicato in Italia (si veda il caso "Terra dei fuochi").

Le aziende di smaltimento di rifiuti affiancano a tale centro anche quello di riciclaggio e recupero delle materie prime. Se si offre tale servizio completo si possono anche aumentare i guadagni, usufruendo dei finanziamenti europei.

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La stazione ecologica è un'area attrezzata in cui i privati cittadini possono portare rifiuti urbani e rifiuti commerciali e artigianali simili a quelli urbani, al fine di recuperare e riciclare gli stessi. Queste attività sono gestite dal comune, da società pubbliche e da aziende private. I materiali, separati in base alla tipologia, vanno portati presso i Consorzi Nazionali di Filiera, con cui è necessario stringere accordi commerciali e convenzioni.

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La suddivisione per tipologia avviene in questo modo:

  • carta e cartone
  • lattine di alluminio
  • vetro
  • contenitori in plastica per liquidi
  • rifiuti ingombranti metallici e non metallici
  • rifiuti verdi
  • inerti da demolizione
  • pneumatici
  • prodotti esausti di varia natura e origine

E' importante ricordarsi di fare a questo proposito la raccolta differenziata.

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I requisiti per l'allestimento delle stazioni ecologiche sono:

  • idoneità dell'area secondo caratteristiche urbanistiche, ambientali, di salute pubblica
  • vicinanza ad aree urbane ed a strade facilmente accessibili
  • rispetto delle fasce di incompatibilità del Piano Ambientale Idrogeologico
  • rispetto delle norme di sicurezza e tutela dei lavoratori e dell'ambiente

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